IL PINOT E LA SUA VERSATILITA'


IL PINOT.
Il pinot è uno dei vitigni più importanti e diffuso in tutto il mondo.
È uno dei vitigni più antichi, le prime testimonianze risalgono all’epoca romana.
Quando i romani iniziarono a esportare e addomesticare le viti verso i confini dell’impero.
Le testimonianze di pinot sono evidenti in Francia, nella zona della Borgogna, nella Provenza. Ma anche nell’Austria e nell’Alto Adige
Il pinot è strettamente legato in modo parentale al Traminer, o meglio ancora al vitigno Traminer-savignin diffuso dai romani in tutto il nord-Europa, in modo particolare si rilevano testimonianze in Francia, Germania, e Italia.
Il vitigno pinot presenta molte varietà genetiche, bacca bianca, bacca rossa, foglie lobate. Tutte caratteristiche che ci permettono di dedurre che il pinot derivi da una varietà di uva selvatica.
Il pinot presenta poi dei discendenti originati da incroci spontanei tra il pinot e varietà orientali. Tra questi vi sono: lo Chardonnay, il Melon, il Gamay.
È grazie alla sua versatilità che il pinot è riuscito a diffondersi in tutto il mondo con diverse varietà
IL PINOT NERO.
Il pinot nero è decisamente il pinot più diffuso e maggiormente utilizzato sia nella produzione di vini rossi ma anche di vini bianchi.
Tra i vini più famosi prodotti con questo vitigno si possono citare, i vini di Borgogna (in questo caso il pinot nero non viene utilizzato in purezza); in Italia molto conosciuti sono i Pinot Neri dell’Alto-Adige con caratteristiche organiche diverse rispetto ai vini francesi, a causa di una diversa esposizione e di diverse caratteristiche pedologiche.
In Italia la diffusione del pinot nero però è concentrata soprattutto nelle zone del nord Italia, nella zona di Pavia, dove la vinificazione del pinot nero è soprattutto in bianco.
Questo permette, dato anche le condizioni pedo-climatiche favorevoli di produrre ottimi vini base per la produzione di spumanti.
LA MIA DEGUSTAZIONE.
In questi mi è capitato di accompagnare i miei pasti con un pinot nero vinificato in bianco di Mansupello 1895, I Germogli, vendemmia 2018.
Un vino che mi ha fin da subito incuriosito in quanto prodotto da uve a bacca rossa.
Per non essere troppo pensante e utilizzare termini presi da schede di valutazione vi dico cosa mi ha trasmesso questo vino partendo però dai 3 elementi della degustazione.
·      COLORE: mi aspettavo un colore simile ad un classico vino bianco, però non è andata proprio così. Era più che altro un rosa molte tenue, che dava una sensazione di delicatezza.
·      AROMI: al naso questa delicatezza emerge abbastanza, in modo particolare emerge un aroma di frutta, forse fragola, non so di preciso.
·      IN BOCCA: è un vino che risulta essere molto morbido, fresco e delicato, è un vino secco, quindi non vi è un elevato residuo di zuccheri; in generale risulta equilibrato.
La particolarità di questo vino è proprio nella sua freschezza che permette cosi di poterlo sorseggiare in modo semplice e ad ogni sorso ne segue subito un altro dato la delicatezza e l’equilibrio dei suoi aromi.
È quindi un vino molto semplice, leggero e di buona bevuta.



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